venerdì, marzo 07, 2008

il Cristo nell'arte...da me conosciuta!

Vi farò vedere le piu' "belle" (non ha senso bello nell'arte!come dice Alessandra) rappresentazioni di Cristo che mi hanno maggiormente colpito:

"Ecce Homo" di Antonello da Messina

Vedere questo quadro così, su internet...NON HA SENSO!
Vi giuro che se lo vedete dal vivo, vi metterete a piangere o comunque vi commoverete!
(testato su di me, alessandra e anche filippo)
Antonello da Messina, pittore del Rinascimento italiano, dipinge un Cristo pronto per essere giudicato dalla folla: Chi volete che vi liberi, Gesu' o Barabba?disse Pilato
bè sapete la storia come continua...
"Ecce Homo"...cioè "ecco l'uomo"....ecco a voi l'uomo! dopo averlo frustato e punito per non aver fatto niente.
Se lo vedeste da vicino, vedrete le lacrime sul volto di Cristo...sembrano vere...

"La Crocifissione bianca" di Marc Chagall
"La crocifissione bianca" fu dipinta dal pittore ebreo-russo Chagall nel 1938, nell'immediata vigilia della seconda guerra mondiale, ed in essa il pittore espresse le sofferenze del suo popolo, odiato e perseguitato, e anticipò le atrocità che sarebbero state commesse nei mesi e negli anni successivi.
Cristo è al centro, inchiodato su una croce bianca, già morto. Il suo corpo è inondato di luce bianca, proveniente da un raggio di luce bianca che scende trasversalmente.
In basso, sotto la croce, un candelabro a sette braccia.
Un uomo, con abito e berretto verdi, fugge portando un sacco sulle spalle. Sotto di lui, un fumante rotolo della Bibbia, e una donna sconsolata che accarezza il suo bambino.

Contrasta la serenità della morte di Gesù tra tanta disperazione, frutto di odio e follia. In basso un candeliere acceso dà ancora più luce all’evento della croce di Cristo, che simboleggia ogni ebreo martirizzato nella persecuzione.
Il Cristo non è cinto dal solito perizoma, ma dal tipico manto ebraico. Attorno, al posto delle figure consuete, sono raffigurati ebrei in fuga, scene di distruzione, di saccheggi, di disperazione: il caos.
Il furioso incendio della Sinagoga (in alto a destra) ricorda le distruzioni dei luoghi di culto operate dai nazisti in quegli anni. Le punte giallo-rosse delle fiamme si sovrappongono al fascio di bianca luce divina, come se potessero violarla. Anche le fiamme bianche che si sprigionano da una Torah (il Pentateuco, i primi cinque libri del Vecchio Testamento - nell' angolo in basso a destra) hanno ormai intaccato la scala appoggiata alla croce e minacciano la croce stessa.
I famigerati pogrom (le distruzioni dei villaggi ebrei nell'Europa centrale) sono rievocati sulla sinistra del quadro: case incendiate, distrutte, capovolte, sedie rovesciate, tombe profanate, un uomo mo
rto per terra che sembra divorato dalle fiamme.
La fuga dalla barbarie è un altro dei temi sviluppati: fuga di una donna atterrita col suo bimbo tra le braccia, di un vecchio che attraversa le fiamme della Torah, di un altro ebreo che cerca di portare in salvo un altro libro sacro, dei soldati che in preda alla disperazione si sporgono dalla barca... I soldati russi dell'Armata Rossa che irrompono in alto a sinistra - all' epoca unica speranza dell'Europa centro-orientale contro la barbarie nazista - sembrano pochi per poter contrastare tanta brutalità.
Sopra la croce, in cielo, Mosè che consola tre persone in pianto. In questo scempio solo la luce e la presenza di Cristo morente accendono la speranza di una rinascita, un riscatto, una riconciliazione, una vita nuova...
Chagall osserva attonito le atrocità del mondo e sembra che intoni con i suoi pennelli una sorta di dolente qaddish, la preghiera ebraica.

Qui c'è Cristo l'ebreo tra gli ebrei, visto dall'ebreo Chagall.
senza parole...

"Cristo Pantocrator" di Kiko Arguello

Il Cristo Pantocratore (dal greco pantocrator, "sovrano di tutte le cose") è una raffigurazione del Cristo tipica dell'arte bizantina, e rappresenta il ritorno di Cristo, nell'Apocalisse.

Egli è ritratto in atteggiamento maestoso e severo, seduto su un trono, nell'atto di benedire con le tre dita della mano destra, secondo l'uso ortodosso.
Questa icona è fatta dal pittore cristiano Kiko Arguello.

Non conosco bene la simbologia dei colori... ma voglio dargli una visione "kandiskiana" ai colori:

Il blu centrale attira dentro il quadro lo spettatore...risucchia...da senso di eterno e di spirituale.

Il nero, simbolo del vuoto, da un'idea di ciò che si sta verificando: la fine del mondo ed il giudizio finale! ritornerà tutto al vuoto.

il grigio fa stare Gesu' al centro...da centralità.

il rosso, ricorda il sangue versato dall'umanità e il dolore...ma allo stesso tempo da un senso di maestà..

infine l'oro è il colore dei re... da luce a tutta l'icona.
simone