mercoledì, maggio 30, 2007

Fotografia: dal digitale allo stenopeico!

Avete mai sentito parlare di macchina fotografica a foro stenopeico?

Ehi dove vai! So che potresti non essere interessato all’oggetto sopradetto!

…ma…riformuliamo la domanda…
Ti piacerebbe far rosicare quei dilettanti di Art Attack?
E per lo più spendendo pochissimi euro?
Allora non devi far altro che leggere quello che ho copiato e incollato per te:

“Un progetto elementare di macchina fotografica a foro stenopeico, consiste nell'utilizzare una scatola di cartone spesso, ad esempio un cubo di 10 cm, all'interno del quale può slittare una scatola leggermente più piccola. I due interni dovranno essere neri ed è preferibile che le superfici di scorrimento siano guarnite di feltro nero;

nella parte anteriore si apre un buco di 1 cm. su cui andrà applicato il foro stenopeico.

Il termine, che viene dal greco stenos, vuol dire molto piccolo.
Per noi è sufficiente un quadratino di alluminio (domopack) forato con la punta di uno spillo: bisogna porre attenzione affinché il buchetto sia ben tondo e privo di sfrangiature, nel caso è opportuno pulirlo con una leggera passata di carta abrasiva dalla parte opposta a quella su cui si è appena appuntato lo spillo. Più o meno avrai ottenuto un forellino di mezzo millimetro.
Applica la lamina all'interno della scatola in corrispondenza del buco di 1 cm., mentre all'esterno un quadratino di cartone nero fermato con nastro adesivo fungerà da otturatore. All'interno della scatola non deve filtrare luce, quindi è opportuno utilizzare scotch nero pesante anche per gli spigoli e le giunture.

A questo punto puoi chiedere ad un fotografo di caricare la camera con una pellicola piana 6x9 da 100 ISO;
forse inorridirà o sorriderà, non importa, chiedigli di fissarla sul lato opposto al foro con quattro quadratini di nastro adesivo sugli angoli; la camera sarà pronta per la prima fotografia ( e ciò è vero anche storicamente). Il fondo della scatola è quadrato (10x10), la pellicola rettangolare (6x9), evidenzia l'alto-basso del formato per avere un'idea di ciò che inquadrerai.
In una giornata luminosa, con il sole alle spalle, nota bene, con i due cubi rientrati, quindi con una distanza di 10 cm fra il foro e la pellicola, bisognerà appoggiare la camera affinché rimanga ben ferma, sollevare il cartoncino nero che funge da tappo per un secondo, ricoprire il buco, e riportare la camera dal fotografo o in un laboratorio per far sviluppare la pellicola.
A lavoro ultimato potrai ricambiare il sorriso degli scettici.”

Che ve ne pare?
Bello vero?
A me sa molto di inizi del novecento!
Noi ancora non l’abbiamo sperimentata questa macchinetta di cartone…ma ora che si avvicina l’estate sono sicuro che ci proveremo!
Provateci anche voi così poi verificheremo i risultati e magari potremmo anche eleggere la foto migliore!


P.s. : Un po’ di definizioni e formule…

Ecco la formula matematica che permette di calcolare il diametro ottimale del foro ( D…espresso in mm) data la sua distanza (L) dal piano pellicola:

L è la lunghezza dell'apparecchio, cioè la distanza foro/pellicola, espressa in mm, chiamata anche lunghezza focale.

Pensate che la Nasa ha proposto un progetto chiamato “New Worlds Imager” che consisteva nell'utilizzo di una fotocamera a foro stenopeico con diametro di 10 metri e della lunghezza focale di 200000 Km per fotografare pianeti della dimensione della Terra in altri sistemi solari!!!

Simone
(sono venuto a conoscenza di tale argomento grazie al sapere di Alessio)

martedì, maggio 22, 2007

E SE...

E se 2+2 non facesse 4?
E se ciò che vediamo fosse solo una piccola parte del reale?
E se Zidane non avesse dato una capocciata a Materazzi?
E se vedessimo arcobaleni a microonde?
E se il mondo ricominciasse da zero?
E se l'Italia non avesse avuto Berlusconi?
E se gli alieni fossero già tra noi?
E se fossimo sempre tutti felici?
E se Gesu' ritornasse ora?
E se gli animali parlassero?
E se la Luna fosse abitata?
E se piovessero ciambelle?
E se avessimo il dono della profezia?
E se Atlantide non fosse sprofondata?
E se avessimo il dono del sapere universale?
E se Michelangelo non avesse affrescato la Cappella Sistina?
E se l'uomo non avesse piu' paura della morte?
E se Hitler fosse in paradiso?
E se nonn'm avesse 3 palle?
E se fosse diventato re, Remo al posto di Romolo?
E se tutti i cinesi saltassero insieme?
E se esistesse un energia infinita e pulita?
E se i russi avessero attaccato gli Usa?
E se l'uomo potesse volare?
E se la bomba atomica fosse andata in mano ai nazisti?
E se ci fossimo evoluti dalle scimmie per mezzo degli alieni?
E se potessimo parlare con i morti?
E se il sole si spegnesse?
E se l'uomo fosse eterno?
E se tutti fossimo ricchi allo stesso modo?
E se io non fossi in me, ma in te?

Provate a rispondere E SE volete, prolungate l'infinito elenco degli "e se"...
E se non fossi Simone

lunedì, maggio 14, 2007

TRAVIAN :
la vita, la guerra e la morte.. sociale!

...e chi l'avrebbe mai detto? certi giochi si guardano sempre con distacco, anche perchè di tempo ce n'è sempre poco!
Invece, noi de Il bruco, abbiamo allargato i nostri confini conquistando la terra di Travian!

Leggo da wikipedia che Travian è un MOGG (Massively Multiplayer Online Game), cioè un gioco con più giocatori on line, spudoratamente GRATIS, ispirato al gioco da tavolo Coloni di Catan.
Il fine del gioco (che segna anche parallelamente, la fine della vita sociale e carrieristica), oltre il divertimento e il confronto delle proprie capacità strategico-intellettuali rispetto gli altri partecipanti, è quello di organizzare una società, partendo da un villaggio fino a diventare una vera e propria città, con villaggi sparsi altrove.

Da prinicipio, si scegliere a qualche civiltà appartenere: Romani, Galli o Teutoni.
Dopo questa scelta, i primi passi verso la costituzione progressiva di una buona comunità.
Bisogna bilanciare le risorse da ricavare nel nostro territorio: legna, argilla, ferro e grano; migliorarne l'estrazione ed estendere il lavoro ai boschi, ai monti, alle cave e ai campi coltivati nel nostro territorio o in quelli limitrofi (eventualità, quest'ultima, da tenere in considerazione in un futuro remoto).

Dopodichè entrano sulla scena le prime preoccupazioni per far progredire culturalmente e bellicamente il nostro villaggio...
Si aprono una serie di innumerevoli altre possibilità che alla nostra Repubblica delle banane (nome del nostro villaggio) ancora sono proibite.
Stiamo progredendo e presto sentirete parlare di noi...

Ovviamente abbiamo scelto i Romani, il nome del villaggio è, appunto, Repubblica delle banane; se all'inizio avevamo scritto nella opzionale descrizione del nostro personaggio, dure frasi belligeranti, fiere dell'orgoglio virile romano (come VENI VIDI VICI o simili) adesso siamo passati a concetti e slogan più umili, anche per evitare guai (come HIC SUNT PEONES oppure, come tributo al domani, "Damose da fa', semo romani").

Il bello del gioco è che non ruba molto tempo; dopo aver iniziato, molti processi continuano anche in assenza dell'utente. Questo permette una gestione semplice e autonoma del villaggio.
E' chiaro che, passati i tre giorni iniziali in cui si è immuni da attacchi e si provvede al progresso, se si abbandona la città, si cadrà vittime di conquiste esterne; il più delle volte il fine dei combattimenti è la conquista delle risorse, altre volte invece la distruzione del villaggio.

Collegatevi al sito, iscrivtevi e giocate. Poi, diteci chi e dove siete; potremmo allearci e scambiarci consigli e risorse.

In conclusione vi segnalo queste 2 frasi-slogan (prese su internet), che spiegano benissimo cos'è Travian:
"Con Travian:un pò sindaco ed un pò dio!"

"Travian: Questa micidiale malattia"
Alessio

mercoledì, maggio 09, 2007


VOLETE VEDERE BEPPE GRILLO GRATIS????
E ALLORA FIRMATE QUESTA PETIZIONE!!!

Se raggiungeremo un determinato numero di firme...lo vedremo GRATIS alla Sapienza di Roma


!!!FORZA A FIRMARE!!!

giovedì, maggio 03, 2007

Mosè, il mio compagno di Ingegneria

Per chi non lo sapesse, di fianco alla facoltà di Ingegneria c'è la chiesa di San Pietro in Vincoli, dov'è custodita la famosa, apprezzata ed importante opera scultorea di Michelangelo, IL Mosè.
Ogni giorno mentre vado all'università, passo davanti questa chiesa...vedendola non si direbbe tale!...almeno da fuori.
Non ha proprio l' aspetto di una chiesa...mi chiedevo poco tempo fa:ma guarda quanti turisti la visitano ad ogni ora del giorno...che ci sarà mai?
Così mi decisi ad entrarci siccome l'entrata era gratuita...ti pare che c'è qualcosa di importante in una chiesa, che neache sembra una chiesa!
Eppure una volta entrato rimasi affascinato dal suo interno: due file di colonne rudi, massicce ed imponenti fiancheggiano l'entrata.(Sembra quasi Nanosterro, la città sotterranea dei nani del signore degli anelli)

C'è molto spazio vuoto, stile romanico riempito dalla luce che filtra dall'entrata.
Avanzando verso l'altare intravedo un complesso di statue tutte di marmo bianco...guarda quello al centro sembra quasi il Mosè di Michelangelo...sarà una copia, figurati se lo tengono qui!eheh.. dissi.
Andiamo a vedere...
Era proprio Lui!
Ma prima di dire che si trattava della statua suddetta, stetti dei minuti a guardarlo attentamente...cambiando l'angolazione...
Che dire, ero rimasto folgorato, si è la parola giusta, ma direi anche fulminato dalla sua imponenza, dal suo sguardo severo a dir poco, dalla sua delicatezza e saggezza, quella barba lunga e sinuosa...con quelle "corna" sopra la testa...sembra quasi alzarsi da un momento all'altro!

Me ne andai via molto felice di ciò che avevo visto e di cio che avrei continuato a vedere ogni volta che mi andava di vederlo...eheh tanto è a 10 metri da ingegneria!
:) io rosicherei se fossi in voi! anzi cambierei subito facoltà!eheh:)

Ora riporto qualche notizia che ho trovato sul ben amato internet, riguardante questa meraviglia di marmo...
Solo 25 tonnellate di marmo bianco di Carrara? come direbbe la famosa pubblicità barilla!
NO di certo!

Tutto comincia nel 1505 quando il Papa Giulio II fa venire a Roma, da Firenze, Michelangelo e gli commissiona il suo monumento funebre.
L'artista fa un progetto ambizioso: immagina un'enorme costruzione, di m 10 x 6 di lato, messa al centro della nuova Basilica di San Pietro progettata da Bramante, proprio al di sopra della tomba del santo: un vero e proprio mausoleo antico, visibile su tutti e quattro i lati e più non appoggiato a una parete, come erano gli altri monumenti papali.

Il mausoleo è diviso in tre piani: in basso ci sono nicchie con figure di Vittorie e di Prigioni (prigionieri); al di sopra, quattro grandi statue angolari rappresentanti la Vita contemplativa, la Vita attiva, San Paolo e Mosè; infine, Giulio II sul letto funebre con due figure piangenti (angeli o Personificazioni del Cielo e della Terra). In tutto, sono previste 40 statue!!!!!!!!!!

A Giulio II il progetto piace molto( A CHI NON PIACEREBBE FARSI FARE UN MONUMENTO DA MICHELANGELO???), ma ha il difetto di essere troppo costoso. Lo stesso papa impone a Michelangelo di accantonarlo per un po'...e per non far annoiare l'artista gli fa dipingere il soffitto della Cappella Sistina! COSì TANTO PER PASSATEMPO!

Dopo la morte del papa, i suoi eredi chiedono a Michelangelo di ridimensionare il monumento e infatti l'artista lo trasforma in una tomba a parete. Certo, le statue sono meno numerose, solo 22, ma l'insieme è ancora grandioso.
Inoltre, lo scultore aggiunge anche l'immagine della Madonna col Bambino al di sopra di quella del papa, che non è più al vertice compositivo, e ideale, del monumento.

Risalgono a questa fase due statue gigantesche conservate al Louvre, e anche il Mosè:
È una statua imponente, che forse meglio di altre sottolinea la "terribilità" di Michelangelo, terribilità intesa come grandezza che lascia sgomenti.
Il gigante è seduto su un seggio, ma la posizione del corpo indica una forte tensione interiore, sintetizzata nell'atteggiamento instabile che lascia intuire che il profeta è sul punto di alzarsi, mentre fissa con occhi severi e terribili il suo popolo.
Il carattere di Mosè è reso così bene che, secondo Vasari, molti ebrei romani andavano ad ammirarlo anche se si trovava dentro una chiesa!

Il Mosè viene rappresentato in posizione seduta, con la testa barbuta rivolta a sinistra, il piede destro posato per terra e la gamba sinistra sollevata con la sola punta del piede posata sulla base. Il braccio sinistro è abbandonato sul grembo, mentre quello destro regge le tavole della Legge, mentre la mano arriccia la lunga barba : questo è un elemento fondamentale dell'iconografia del Mosè.
Secondo il Vasari, è scolpita con una tale perfezione da sembrare più “opera di pennello che di scalpello”!
Osservando attentamente le tavole della legge, queste risultano rovesciate, come se fossero scivolate dalle braccia del Mosè.

Un particolare importante non ancora citato sono i corni sulla testa di Mosè ...
cosa rappresentano secondo voi?
Che Mosè era cornuto? eheh
Sentite qua:
La parola ebraica “qeren” ,tre lettere: Qof, Resh, Nun finale, qui tradotta “corno”, significa anche “forza, potenza” oppure “brillare, irraggiare”, e in latino o in italiano è ben visibile e udibile il rapporto fra le parole "corna" e "corona"!
Dunque i corni sulla testa di Mosè rappresentano raggi di luce...

Le sacre scritture narrano che Mosè non appena sceso dal monte Sinai, dove poco prima aveva ricevuto da Dio il compito di diffondere i dieci comandamenti, vedendo il popolo in festa per la costruzione di un vitello d'oro, accortosi dunque del peccato di idolatria, gettò con violenza a terra le tavole che finirono per rompersi.
La bibbia descrive Mosè come una persona irascibile, soggetta a scatti di collera( credetemi aveva motivi per farlo!);

Secondo una leggenda Michelangelo colpì violentemente il ginocchio del Mosè con un martello. Un gesto di rabbia che nasceva dall'esasperazione verso una statua così perfetta ma muta!
L'espressione di Michelangelo: “Perché non parli?” si riferisce a questo episodio.
In realtà sulla statua si riscontra solo una naturale venatura del marmo e non vi è traccia di fratture intenzionali.

E per finire sentite cosa ne dissero di questa "statua" :

Freud definisce la statua impenetrabile, poiché già prima di lui diversi illuminati pensatori cercarono di cogliere il messaggio che l'artista aveva impresso nella sua opera.
Burckhardt scrive, riguardo all'opera, che "la sua forma è animata da un potente movimento incipiente"
Lubke invece "è come se in questo momento il suo occhio lampeggiante percepisse il peccato dell'adorazione del vitello d'oro ed un potente movimento intimo percorresse tutto il suo corpo".
Sprinter poi lo descrive "bruciante di energia e di fervore, con fatica l'eroe domina la sua emozione interiore.
Quest' ultimo parere è quello che più si avvicina alle idee emerse dall'analisi di Freud: Le sopracciglia contratte e minacciose esprimono un senso d'ira, mentre dallo sguardo emerge il senso di dolore, dalla bocca emerge invece un senso di disprezzo dato dagli angoli rivolta verso il basso e dalla sporgenza del labbro inferiore.


E a voi cosa esprime?

p.s.
vi consiglio vivamente di venirlo a vedere qui a Roma, metro Cavour linea b un sola fermata da termini...una settantina di scalini e...
eccovi il Mosè!
Simone