mercoledì, novembre 08, 2006


Lotte(ria) della sopravvivenza
Questo post attinge deliberatamente da un articolo di un filosofo contemporaneo, John Harris, che provocatoriamente pensa un nuovo sistema per la donazione degli organi.
Ho dovuto, purtroppo, condensarlo in poche righe e strutturarlo in modo quasi schematico; spero di rendere comunque chiare le idee dell’autore. Nel caso in cui foste interessati a leggerlo nella sua completezza non tardate a comunicarmelo (sono circa 20 pagine).
Yann e Zed sono rispettivamente malati, il primo al cuore e il secondo ai polmoni; poichè gli organi disponibili sono pochi sanno quale sarà il loro destino, ma non ne sono affatto felici. Propongono così di uccidere Alan, recuperare i suoi organi e salvarsi entrambi. Per noi e per i medici uccidere qualcuno è fuori discussione! Ma per i due malati, così facendo ci stiamo rendendo responsabili della loro morte. Yann e Zed sanno che Alan è un innocente e che uccidere è sbagliato; ma anche loro sono innocenti e non sono affatto contenti di dover morire. Propongono così una lotteria della sopravvivenza: ogni persona avrà un numero, medici e malati compresi, e con l’aiuto di un computer otterranno tramite selezione un donatore.
Prima obiezione alla lotteria: il desiderio di sicurezza; vivere con il pensiero di poter essere scelti (vincere?) sarebbe un’angoscia continua. Contro obiezione dei due malati: nessuno vive col terrore o con l’angoscia di morire per strada investito da un’auto; quindi, allo stesso modo, nessuno vivrà con questo pensiero.
Seconda obiezione: la naturale riluttanza a giocare con il destino delle persone; in più lo sbaglio che si commetterebbe se si riassegnassero le opportunità che la sorte ha stabilito. Contro obiezione: ma se possiamo cambiare il corso degli eventi, non farlo significa determinare cosa accadrà nel mondo.
Terza obiezione: il diritto di autodifesa; avere la possibilità di difenderci, se attaccati, dal verdetto del computer. Contro obiezione: tale diritto deve essere esteso anche a Yann e Zed. Loro vivranno se qualcuno sarà ucciso, ma se moriranno qualcuno vivrà a discapito loro!
Quarta obiezione: perché non dare il cuore di Zed a Yann o i polmoni di Yann a Zed in modo da salvare lo stesso numero di vite e, così facendo risparmiare la vita ad un innocente? Contro obiezione: escludere le “terze parti” (la società) significherebbe porre gli sfortunati in un gruppo svantaggiato, con un minore valore e rispetto.
Esiste quindi un’obiezione convincente alla Lotteria della sopravvivenza? Harris non ne ha trovato una, ma afferma che soltanto affidandoci all’intuizione morale sentiamo che ci sia qualcosa di sbagliato. Impressione che ci viene dalla differenza tra la morte di Alan e quelle di Yann e Zed (quando invece tra uccidere e lasciar morire non vi è differenza alcuna).
Conclude il filosofo: per l’assenza di valide obiezioni dovremmo essere riconoscenti o costernati dalle difficoltà pratiche della lotteria (uso malvagio di programmatori senza scrupoli, difficoltà nello stabilire i malati ereditari da coloro che sono la causa del proprio male, tempi di applicazione), altrimenti il suo uso sarebbe giustificato. E aggiunge: è ingannevole pensare che il motivo del rifiuto sia il sesto comandamento cristiano!
Unica soluzione possibile: promuovere l’utilizzo del testamento di vita, permettendo l’utilizzo dei nostri organi (non una donazione o una gentilezza, ma un dovere morale); e, finchè siamo in vita donare sangue, che come recita lo slogan, al momento …langue!

Alessio

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che tutto si possa risolvere
con il testamento di donazione d'organi.
(perchè non chiamare anche questo biologico?)

E con grande tempestività degli ospedalieri.
Anche se hanno scoperto il modo di tenere in condizioni accettabili gli organi senza che si danneggino troppo (abbassando la concentrazione d'ossigeno e non troppo la temperatura).

Anonimo ha detto...

A proposito di sopravvivenza
vi comunico che fino ad oggi
ho vissuto 8684 giorni!

Controlla anche tu i mesi
o i secondi che hai vissuto,
cliccando sull'orologio sciolto
presente sull'inizio di questo blog
(dopo la parola "t buco").

Grande iniziativa volta a riscoprire il senso della vita (trascorsa).

il Bruco ha detto...

Grazie davide per averlo fatto
notare :)
Simone si è impegnato molto
per farlo vedere a tutti!!hihi
(l'orologio molle fa parte
di un dipinto del pittore "Salvador dalì")...
ciao ciaoo

Alessandra

il Bruco ha detto...

Che dilemma!
SIccome non c'è soluzione, meglio non pensarci! almeno per ora!

Suggerisco ad Harris (ma anche ad Alessio!eheh), questa massima Zen che ho letto per caso su un libricino:
"quando si pensa troppo, l'unico rimedio è ridere"

Simone

p.s.
wow! che bello quell'orologio in alto a destra!ora ci clicco sopra...
eheh

Anonimo ha detto...

Eh eh... allora riderò!

un orologio? quale orologio...? non vedo nessun orologio! (parafrasi della battuta di anacleto il gufo nel cartone, che però parlava del ragazzo!).

Dico sul serio... non vedo ancora l'orologio! sigh!!!

Alessio

Anonimo ha detto...

pienso que la donacion de organos llega a tener un limite en el cual inicia a sobrepasarse, en el momento n que se debe sacrificar otro ser para salvar otra vida, no es discucion quien se lo merece o quien no, quien es bueno o quien no, ES UNA COSA MUY RELATIVA, pero a la fina SONO MOLTO D'ACCORDO con este autor porque la final sea como sea nuestra vida es una loteria, somos nosotros mismos a jugarla, cuando, como, y por cuanto queramos....pienso que si hoy yann e zed, ganan esta loteria, mas adelante perderan otra... es question de saber apostar en esta ruleta rusa de la vida.......

Anonimo ha detto...

Concordo con quanto detto da ziguliva.nemmeno io penso di averci capito un gran che!!!!!!!
ritento!!
ciao a tutti