mercoledì, marzo 21, 2007

L’incanto di una donna

E’ una delle attrici, più belle, affascinanti, brave e dall’eleganza innata che io abbia mai visto e il cinema mai conosciuto.
E’ uscito nelle librerie da poco un libro a lei dedicato: “Audrey Hepburn. L’incanto di una donna” di Donald Spoto, edito Frassinelli.

L’attrice visse un’infanzia sfortunata. Il padre, Joseph Ruston, un inglese elegante e indolente che non riuscì mai a conservare un lavoro per più di un mese, abbandonò la miglie, la sofisticata Ella van Heemstra d’Olanda, sposata per interesse: era il 1935 e Audrey Hepburn aveva 6 anni, trascorsi a reclamare l’amore dell’arido papà e le tenerezze della mamma, troppo rigidamente aristocratica per manifestare affetto. Il distacco dal padre fu “l’episodio più traumatico della mia vita”, dichiarerà la Hepburn (che poi sceglierà il cognome della nonna materna), “ e in seguito ho vissuto con la paura costante di essere lasciata”.
L’attrice è educata nella solitudine di un collegi inglese, fino allo scoppio della guerra. Con la madre, dapprima simpatizzante della causa nazista poi passata con la Resistenza, si dedica non solo a collaborare con i partigiani ma anche ad assistere i malati ad Amsterdam. Dirà l’attrice: “Nel ’44 avevamo da mangiare solo bulbi di tulipani”. Ma Audrey crolla, nella prima di una serie di depressioni che la colpiranno tutta la vita.
Così la madre inizia ad accettare qualsiasi lavoro per realizzare il sogno della figlia, diventare prima ballerina; arte che la Hepburn studia da quando era bambina. Scoprirà di essere troppo alta per svettare come ballerina; farà quindi la comparsa in qualche film e la modella per la pubblicità: il suo sorriso e il modo di sbattere le palpebre incomincia ad incantare.
Tra il ’50 e il ’51 è in sette film; poi è ingaggiata dalla scrittrice francese Colette per il suo romanzo “Gigi” da interpretare a Broadway e anche da William Wyler che la scrittura per “Vacanze Romane” con Gregory Peck: il film le farà vincere l’Oscar.
Quindi la sua vita privata: tanti storie d’amore, sfortunate purtroppo; e il desiderio di avere tanti figli. Poi i due matrimoni infelici.
L’insicurezza, la sensazione di non essere mai all’altezza, accompagna Audrey tutta la vita. Né l’adorazione del pubblico né i compensi da capogiro (un milione di dollari degli anni ’60 per My fair lady) diradano la malinconia, che troppo spesso diventa depressione. E la sua voglia di fumare senza sosta. Muore di cancro nel ’93, dopo aver abbandonato da anni il cinema. Prima per fare la mamma a tempo pieno, poi per dedicarsi anima e corpo all’Unicef, ai bambini affamati, come lei durante la guerra (di recente il vestito da lei indossato nella prima scena di Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, è stato battuto all'asta per 807.000 dollari: la somma è stata devoluta all’Unicef per la costruzione di scuole in India).

Ho deliberatamente attinto ad un articolo di Antonella Barina apparso sul Venerdì molto tempo fa.Solo due film che ho visto posso consigliarvi: uno è Vacanze Romane (nell'immagine una scena del film con Gregory Peck), straordinario e molto commovente (fa da sfondo una bellissima Roma del dopoguerra); l’altro è Colazione da Tiffany, tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote. Se potete e volete, scaricate Moon River la canzone che la Hepburn canta nostalgicamente nel film… un’indescrivibile meraviglia!

Alessio

8 commenti:

Marco tartaruga ha detto...

ma è ancora viva? non la conoscevo sinceramente questa qui...cmq credo ke questa rubrica non è male...l'unico problema ke la gnete non mai abbituata a informarsi! secondo me si da tutto per scontato . se devo essere sincero ammetto la bellezza di Audrey Hepburn anke se il mio concetto di belezza femminile è diverso... è troppo "soft" a parer mio

Anonimo ha detto...

Eh eh... non so cosa intendi per "soft", ma posso assicurarti che al di là della bellezza, i suoi movimenti sono così leggeri e leggiadri che non possono non impressionare; direi quasi ammaliare. Anzi, in positivo: incantare.

Il particolare storico (e anche un po' sociologico?) è che la sua bellezza si scontrava con quella di altre attrici famose a quel tempo che fisicamente erano il suo opposto. Una su tutte, Marylin Monroe.
Formosa, accattivante, molto sexy quest'ultima; dolce, carina, semplice ("acqua e sapone" per intenderci) la Hepburn.

Vedendo un film con lei si capisce bene cosa voglio dire, eh eh.

Grazie per i tuoi commenti.. eh eh, mi ridanno un po' di speranza. ;)

Alla prossima.

Marco tartaruga ha detto...

con soft intendo quella bellezza ke non trovi tutti i giorni, ke però è l'opposto del nuovo prototipo di bellezza. la sua è al di sopra del normale...capisci? ok di nulla

Anonimo ha detto...

ALè! CHE TE POSSINO!

SEI PEGGIO DI GHEZZI!

EHEH

SIMONE

Anonimo ha detto...

Anche se nn ho mai visto nessun film di qst attricem,la conoscevo di fama...il suo nome la precede e i nomi dei suoi film sono nominati in continuazione...qlc motivo dovrà pur esserci...e visto che ancora nn ho visto nessun film riparerò al più presto,perchè ora mi hai fatto venire la curiosità....!!!
Altea

Anonimo ha detto...

Ma sapete che un suo vestito, venduto ad un'asta a Londra, permetterà la costruzione di strutture educative ed ospedaliere in India? Lei è stata ambasciatrice dell'Unicef, credo, nell'ultima fase della sua vita. Non è una cosa stupenda? Ciao ciao.
Florianopolis

Anonimo ha detto...

Uhm... ma non era Rita Hayworth? eh eh...

Con la Hayworth sto scaricando Gilda... tutti, di sicuro, avrete visto la sensualissima scena di una donna che con uno scatto del corpo e del viso, scansa i suoi lunghi capelli ricci... Quella donna è lei!

Che scena! eh eh.. :)

Alla prossima.

Anonimo ha detto...

E Rem che c'entra?

a parte essere il grandissimo session-man dell'onnipresente MBL fatt'appost rock-folk band?